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TENNIS&BENESSERE Il tennis è un gioco ad elevato
contenuto tecnico; in termini fisiologici questo significa che richiede
una elevata coordinazione neuromuscolare per la perfetta esecuzione
dei movimenti. La coordinazione si realizza attraverso due meccanismi:
una esatta percezione della posizione del corpo e dei segmenti corporei
nello spazio (quindi una precisa sensazione su come il corpo si sta
muovendo), la possibilità di correggere l’esecuzione del movimento nel
corso del movimento stesso. L’esempio del servizio nel tennis viene spesso riportato come esempio del ruolo svolto dal cervelletto nell’apprendimento. Il neofita sbaglia grandemente alle prime prove nel lancio della palla e nel momento e nel modo di colpirla. Ma per prove successive l’esecuzione migliora: il cervelletto lavora appunto come un correttore di errore; la correzione avviene come si dice per "trials and errors" attraverso cioè ripetuti tentativi tenendo conto degli errori commessi. Si parla di memoria cerebellare in quanto un movimento ben appreso non viene più dimenticato anche se l’esercizio non viene praticato per lungo tempo. L’esecuzione corretta di un gesto implica l’attivazione di alcune vie neuronali preferenziali e quindi una sequenza di attivazione muscolare ben precisa. Queste considerazioni hanno importanza nel suggerire che l’apprendimento di un gesto ad elevata complessità tecnica si realizza meglio nell’età dello sviluppo, quando esiste ancora la cosidetta "plasticità neuronale", la possibilità cioè di sviluppare preferenzialmente alcune vie neuroniche finalizzate all’esecuzione ottimale del movimento stesso. Sempre per parlare del servizio, le riprese cinematografiche rivelano che i grandi campioni colpiscono la palla all’apice della sua ascesa o appena inizia la sua caduta; ecco alcuni dati: Newcombe la colpiva esattamente all’apice o 2 cm più sotto, Ashe durante la caduta a 7-12 cm dall’apice, Gonzales e Hoad un po’ più in basso , a 15-22 cm. Un lancio troppo in alto rende difficile la battuta in quanto la palla accelera troppo durante la caduta. L’appoggio sui piedi è variabile tra i soggetti. La velocità della palla risente grandemente della resistenza dell’aria, ad esempio con una velocità iniziale alla battuta di 62 m/s, la velocità si riduce a 48 m/s sulla rete e a 40 m/s al momento dell’impatto sul terreno. Nella battuta viene comunemente impartita una rotazione anteriore alla pallina (in senso orario) il che le consente di cadere nella zona prevista, cosa che non sarebbe possibile sulla base di una traiettoria lineare. Il gesto del tennis è tipicamente asimmetrico, ma non risulta negativo anche nei bambini che iniziano presto. Oltre alla componente tecnica, il tennis agonistico richiede una chiara visione del gioco e quindi una strategia che va adattata caso per caso alle caratteristiche dell’avversario. Preparazione atletica (a cura dei prof. Mario Testi e Salvatore Buzzelli) Al fine d'impostare una corretta
pianificazione del lavoro atletico, è necessario analizzare lo svolgimento
medio di un incontro di tennis, conoscere quali sono le richieste energetiche
in funzione della durata e tipologia delle azioni di gioco, ed identificare
le azioni più ricorrenti durante la partita. Pause di gioco Per pause di gioco s'intendono:
cambi di campo, interruzioni tra un punto e l'altro, raccolta palle,
ecc..., ed e' per questo motivo che vengono differenziate in:
Azioni di gioco Le caratteristiche delle azioni di gioco sono molteplici, per semplicità espositiva si possono classificare in tre grandi gruppi :
Va tenuto presente
che queste trovano attuazione nell' ambito di un susseguirsi casuale
di movimenti che necessariamente richiedono una considerevole capacita'
di RESISTENZA ORGANICA SPECIFICA. QUALITA' FISICHE FONDAMENTALI DEL TENNISTA LA VELOCITA' Il termine VELOCITA' rappresenta, fisicamente, la relazione esistente tra lo spazio che una massa riesce a percorrere ed il tempo impiegato per lo spostamento. Parlare di velocita' nel tennis e' quantomai improprio, sia per le caratteristiche degli spostamenti, sia per le ridotte misure del campo di gara nel quale agisce ogni giocatore, le cui dimensioni sono circa di 13 metri di lunghezza per 10 metri di larghezza. Si deduce che, essendo gli spazi molto contenuti, e' piu' opportuno parlare di Capacità di Accelerazione e Decelerazione, piuttosto che di velocità comunemente intesa. L'ACCELERAZIONE comunque, essendo la differenza tra due velocità (quella finale e quella iniziale), e' sì fortemente legata alla velocità stessa ma, a differenza di quest'ultima, richiede mezzi tecnici di allenamento diversi, di cui necessariamente bisogna tener conto. Allenando la velocita' in maniera sistematica con prove ripetute su distanze di 40 - 50m, come accade frequentemente, si rischia di non avere in campo i risultati sperati. Viceversa, privilegiando l'allenamento con prove di esplosività ed accelerazione su 5 -15m, tale rischio viene scongiurato. L' ESPLOSIVITA' Il servizio, l'impatto violento con la palla durante un'azione di gioco, lo smash, la volée, lo stacco per recuperare un lob, lo scatto in avanti per prendere una smorzata, sono tutte azioni esplosive. L'esplosività è una qualità fisica che, tanto più è sviluppata nel tennista, tanto più renderà il suo gioco incisivo ed efficace. L'aspetto esplosivo e' più richiesto in partite su terreni veloci, ma questo non esclude che le doti di esplosività debbano essere migliorate anche nei tennisti regolaristi che fanno del ritmo il loro punto forte. Se prendiamo atto che possedere un servizio potente può avvantaggiare (se non addirittura essere la chiave di volta di un incontro), si intuisce la necessità di dare largo spazio, nella programmazione, alle metodiche di accrescimento di questa qualità, tanto per gli arti inferiori che superiori. LA RAPIDITA' La definizione di rapidità
presuppone la capacità di ripetere movimenti coordinati in tempi brevi.
Grandi livelli di rapidità vengono raggiunti muovendosi con massimo
equilibrio dinamico in spazi molto ristretti. Se si osserva un giocatore
che ricerca un colpo preciso ed esplosivo al tempo stesso, si nota come
questi arrivi sulla palla dopo aver effettuato una serie rapida di passettini
a baricentro basso, ricercando un equilibrio quasi statico nel momento
dell'impatto con la palla. Si ritiene che il miglioramento della rapidità
possa favorire gli spostamenti del giocatore, escludendo grandi oscillazioni
del baricentro (come avviene ad esempio nella corsa veloce in Atletica
Leggera) e consenta, inoltre, un buon equilibrio sia nella fase d'impatto
con la palla che nel successivo rientro in posizione. LA RESISTENZA ORGANICA E' ormai noto che una buona
efficienza cardio-vascolare e respiratoria (resistenza aerobica) può
elevare la capacità d'impegnarsi nella preparazione aumentando la quantita'
di lavoro che e' possibile svolgere, favorendo il recupero e velocizzando
il ripristino delle fonti energetiche. Bisogna tener presente, però,
che l'allenamento orientato verso un incremento esagerato di questa
qualità fisica conduce ineluttabilmente al decadimento delle altre qualità
neuro-muscolari, decisamente più importanti per il tennista. Alimentazione e reidratazione Il costo energetico
del tennis è variabile ed ovviamente dipende dall’impegno, come si può
calcolare dal modulo:
Un problema comune al tennista è la disidratazione, facilitata dal fatto di giocare al sole su superfici che riflettono il calore. Lo schema di reidratazione consigliato è lo stesso che vale per altre attività che comportano forte sudorazione, come la corsa. Si consiglia quindi di assumere soluzione glucosata al 5%, circa 200 ml ogni 20 min (quindi 600 ml/ora) in condizioni di temperatura relativamente confortabili. Se la temperatura e l’umidità dell’aria comportano maggior sudorazione (ad esempio fino a 2 l/ora), occorre ovviamente tenerne conto.
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